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Medici aggrediti ogni giorno, ma le priorità del Paese sono gli arbitri di calcio Zuccarelli: «È assurdo che si tutelino prima i fischietti che i camici bianchi»

Comunicato stampa

Napoli, 21 giugno 2025 – L’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Napoli e Provincia esprime profonda indignazione per la decisione di equiparare gli arbitri di calcio ai pubblici ufficiali, estendendo loro le tutele previste dal codice penale. Una misura che, pur comprensibile nella sostanza, risulta incomprensibile nelle tempistiche e nelle priorità, se confrontata con l’immobilismo che da anni circonda la richiesta, avanzata con forza e costanza dai medici, di garantire analoghe tutele ai professionisti della salute.


«Non contestiamo il merito della scelta – dichiara il presidente dell’Ordine, Bruno Zuccarelli – ma è inaccettabile che in un Paese dove i medici vengono picchiati, minacciati, sequestrati e insultati quasi ogni giorno, si trovino in pochi giorni le risorse e la volontà politica per tutelare un arbitro di calcio, e non un camice bianco. È un cortocircuito istituzionale e culturale che grida vendetta».

«L’indignazione non riguarda – prosegue Zuccarelli – il fatto che si siano volute rafforzare le tutele per la categoria arbitrale, ma la constatazione amara che le priorità scelte dal legislatore sembrano rispondere più al clamore mediatico che all’interesse reale del Paese. Dove sono finite le promesse fatte ai medici dopo ogni aggressione? Dove sono le risposte sistemiche? È assurdo pensare che un arbitro venga protetto come pubblico ufficiale per un cartellino giallo, e un medico venga lasciato solo dopo una prognosi di 30 giorni per un pugno in corsia».

L’Ordine dei Medici di Napoli rinnova l’appello alle istituzioni, al Governo e al Parlamento affinché si dia finalmente seguito a una riforma normativa che riconosca ai medici e agli operatori sanitari lo status di pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, non come privilegio, ma come argine necessario contro una deriva violenta che colpisce l’intero sistema sanitario.

«Ci sono presìdi di emergenza che sono diventati zone franche per aggressori impuniti – conclude Zuccarelli – mentre noi continuiamo a curare chiunque, anche chi ci minaccia».