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Giuseppe Moscati: L’Amore che guarisce.

16 Novembre 2024: Festa di San Giuseppe Moscati, Chiesa del Gesù

Giuseppe Moscati: L’Amore che guarisce. 16 Novembre 2024: Festa di San Giuseppe Moscati, Chiesa del Gesù

 

Nuovo Mio padre Raffaele ogni mattina (1970) mi accompagnava a scuola in auto attraversando Piazza del Gesù in anticipo rispetto all’orario di ingresso. Così per tutti i miei anni di Liceo ho potuto partecipare alla Messa all’altare di San Giuseppe Moscati prima di entrare a Scuola.

 

Nel 1974 mi sono iscritto a Medicina. Sono cresciuto quindi ascoltando per anni i racconti della vita del Medico Santo Giuseppe Moscati.

 

Ho ormai 44 anni di iscrizione all’Albo dell’Ordine dei Medici di Napoli ed ero sicuro che la mia generazione avrebbe migliorato la salute pubblica e soprattutto aiutato a difendere la vita in tutte le sue forme.

 

Purtroppo non è andata così.

 

Ho dovuto prendere atto che nonostante oggi siamo più di 27mila iscritti all’Albo del solo Ordine di Napoli non abbiamo mai avuto tanta carenza di Medici dove servono (= Pronto Soccorso e MMG) e invece tanto eccesso di iscritti all’Albo dove il profitto è l’unica regola di ingaggio non già verso il paziente (= essere umano che soffre) ma verso il cliente (essere umano sano che chiede una prestazione sanitaria non necessaria = esempio Medicina estetica).

 

Ho avuto una vita professionale molto complessa e particolare, lavorando per 12 anni in Guarda Medica ed Emergenza territoriale ma anche facendo il Ricercatore Borsista (senza Previdenza!) per prestigiosi Istituti di Ricerca come l’Istituto Superiore di Sanità e l’IRCCS Oncologico Fondazione Pascale di Napoli.

 

A partire dal 2006 ho scelto di dedicare tutto il resto della mia vita professionale, gratis, non già a curare migliaia di esseri umani come Giuseppe Moscati ma a tentare di salvare qualcuno degli almeno 4 milioni di esseri umani (Province di Napoli e Caserta) la cui salute ogni giorno nella mia meravigliosa Terra è messa a rischio per inquinamento ambientale.

 

Sono stato educato a considerare ogni Vita umana come una meravigliosa fiammella che si accende al momento del concepimento e che è destinata a spegnersi (salvo incidenti di percorso ) entro un milione di ore dalla sua accensione (=120 anni).

 

Le prime 6480 ore di quella fiammella di un milione di ore di vita umana sono custodite nel grembo materno per assicurare al nuovo essere umano che sta per nascere la migliore protezione possibile prima di essere esposto ai rischi del mondo esterno per noi mammiferi, ma oggi sappiamo pure che il grembo materno non è più un posto sicuro dall’inquinamento del mondo esterno (onde elettromagnetiche, polveri sottili, droghe, fumo di sigaretta, ecc.) e lo stiamo pagando ad un prezzo altissimo.

 

Quando io mi sono laureato nel 1980 nasceva un bambino con disturbo dello spettro autistico ogni 1500 nuovi nati, oggi a livello nazionale (anno 2024) siamo scesi a 77, in Terra dei Fuochi campana, a circa 60, e non abbiamo neanche dati affidabili e precisi!

 

Ogni giorno che passa stiamo scoprendo che per colpa dell’inquinamento stiamo diventando sterili in maniera forse non recuperabile.

 

Cresciuto all’altare di Giuseppe Moscati, non potevo non scegliere di dedicarmi sino alla fine a questo tentativo estremo e disperato di difesa della vita umana da un inquinamento cosi violento, ( vedi Report su Acerra 9/11/2024).

 

Per inquinamento della sola matrice aria ogni giorno in Italia vengono spente in maniera evitabile non meno di 140 fiammelle di vita umana, ogni giorno. Io vivo e lavoro per tentare di salvarne qualcuna.

 

Purtroppo sono rimasto sconvolto dai risultati del rapporto Opa (in collaborazione con ProVita e Famiglia) sul numero di aborti realizzati in Italia: ogni giorno in Italia vengo spente circa 170 fiammelle di vita umana nel grembo di madri in difficoltà ma abbandonate, sole, a se stesse.

 

La vita del Santo è stata oggetto di una fiction Rai con Beppe Fiorello protagonista eccellente: Giuseppe Moscati, l’Amore che guarisce (anno 2007).

 

Filo narrativo inventato nella fiction è stato la delicata relazione di affetto tra Moscati e la Principessa Elena Cajafa che porterà poi, per azione della Provvidenza attraverso l’opera benefica di Moscati, a fare adottare dalla famiglia Cajafa Piromallo l’orfano Antonio, che si scoprirà alla fine essere figlio illegittimo del marito della principessa, fatto nascere ma poi abbandonato dalla madre Cloe.

 

Quando Moscati gira per gli orfanatrofi di Napoli, nella fiction una suora esclama: “ci sono più orfani che lava a Napoli!“ Oggi non è più così. I nostri affollatissimi orfanatrofi da cui sono usciti tra gli altri musicisti eccelsi come Pergolesi e Scarlatti nel corso dei secoli, sono ormai vuoti ed abbandonati!

 

A Napoli oggi si nasce troppo poco, con difficoltà e pure nell’incertezza di nascere sani!

 

Rivedendo la fiction oggi, 2024, mi sono reso conto che anche queste invenzioni narrative della sceneggiatura sono un messaggio che tutti dobbiamo ascoltare con attenzione.

 

Mai come oggi “Non la Scienza, ma la Carità ha trasformato il mondo!” (Moscati 1922).

 

E da Medico non posso combattere e soffrire ogni giorno per tentare di non fare spegnere qualcuna di quelle 140 fiammelle di vita che vengono spente ogni giorno per inquinamento e non fare nulla, neanche supplicare di riflettere, su come evitare di spegnere quelle non meno di 170 fiammelle di vita spente ogni giorno nel grembo di una madre in difficoltà.

 

Ricordo che l’Ospedale degli Incurabili dove ha operato Giuseppe Moscati, è stato fondato nel 1500 dalla nobile catalana Maria Lorenza Longo (1463 – 1539).

 

Giunta a Napoli nel 1506, Ella si dedica totalmente ad attività benefiche a favore dei più poveri e degli ammalati. Ancora oggi possiamo leggere il suo appello di Amore e di Civiltà inciso nel marmo all’ingresso dell’Ospedale degli Incurabili e che fu linea guida anche dell’opera professionale di Moscati.

 

QUALSIASI DONNA. RICCA O POVERA. PATRIZIA O PLEBEA. INDIGENA O STRANIERA. PURCHÈ INCINTA. BUSSI. E LE SARÀ APERTO. M. L. LONGO

 

Milioni di napoletanissimi Esposito nel mondo certificano da molti secoli con la loro esistenza la scelta delle loro madri di lasciarli vivere pur abbandonandoli alla Carità di una Società che oggi sembra avere non solo meno Carità ma soprattutto scarsa razionalità rispetto al 1500!

 

Solo l’Amore per la Vita può salvarci, e come Medico ho il dovere di impegnarmi sino alla fine per tentare di salvare una fiammella di vita di 55mila ore (=bambino di 8 anni) dall’ inquinamento o dalle bombe a Gaza come a Kiev come dovunque, ma sento il dovere anche di tentare di non fare spegnere quella fiammella di 6mila ore di Vita Umana sempre più rara ancora custodita, e che dovrebbe essere protetta, nel grembo di sua madre.

 

Dott. Antonio Marfella,

Presidente ISDE Medici Ambiente Napoli

Specialista in Farmacologia indirizzo Tossicologia, Oncologia, Dermatologia e Venereologia,

Igiene e Medicina Preventiva

Dirigente Medico Responsabile SS presso SC di Epidemiologia IRCCS Fondazione Sen G Pascale

Premio “Giudice Livatino” e Cavaliere al merito d’Onore della Repubblica Italiana per la lotta alle ecomafie anno 2017