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Muore in campo mentre arbitra

Un altro caso di morte improvvisa nello Sport: Muore in campo mentre arbitra

Il 22 dicembre è morto un giovane direttore di gara di 18 anni, deceduto mentre dirigeva una gara del campionato veneto Giovanissimi, tra Intrepida e Olimpia Stadio, a Verona, nel campo da gioco di via Adamello. Lorenzo Modena ha perso la vita per un arresto cardiaco mentre stava arbitrando. Due anni fa aveva sostenuto l'esame da arbitro presso la Sezione di Verona. Lorenzo era uno dei 31.640 arbitri italiani che espletano regolarmente attività sportiva per conto delle federazioni. A dieci minuti dall'inizio della gara - racconta il presidente del Comitato regionale veneto degli arbitri, Tarcisio Serena - Lorenzo si è improvvisamente accasciato a terra, colpito da un malore.
Soccorso immediatamente, il ragazzo è stato caricato in ambulanza, ma è morto durante il trasporto al Policlinico Borgo Roma di Verona.
L'incidente mortale accorso al giovane arbitro ci porta ancora una volta a riflettere sulle carenze e sulla prevenzione della morte improvvisa. Nel caso del giovanissimo Lorenzo Modena i problemi emersi sono di 2 tipi: da un lato la mancata prevenzione e dall'altro la carenza nella assistenza nel primo soccorso. Lo sport di massa è in continua crescita e offre prospettive molto positive per il benessere delle persone ma nello stesso tempo richiede un nuovo e piu' efficace sistema di assistenza medica. Non tutti i giovani che si avvicinano allo sport sono nelle condizioni di potersi sottoporre a sforzi agonistici e pur tuttavia spesso non vengono fermati e anzi superficialmente invogliati a proseguire. Sgombriamo il campo da dubbi: il giovane Lorenzo è morto non per un infarto in campo ma per lo scatenarsi di una fibrillazione ventricolare che ha causato entro pochi minuti la morte improvvisa.
Si poteva prevenire? La risposta è affermativa. Infatti se si fossero seguiti scrupolosamente i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico pubblicate dalla Società Italiana di Cardiologia dello Sport nel 2003 (Linee Guida COCIS) che hanno individuato le cardiopatie congenite che per gravità e complessità controindicano la pratica sportiva agonistica, il giovane Lorenzo non sarebbe stato idoneo dalla attività fisico sportiva. Probabilmente avremmo avuto un ottimo arbitro in meno ma un giovane ancora vivo.
In Italia abbiamo una delle normative di prevenzione sanitaria nello sport piu' avanzate d'Europa. Basta solo attuarle per tutti coloro che praticano attività sportiva a qualsiasi livello. Il certificato di idoneità allo sport è stato sostituito dal 1 settembre 2004 dal libretto sanitario dello sportivo nel quale vengono registrate annualmente le idoneità alle attività sportive agonistiche e non agonistiche.
Anche per quanto riguarda il primo soccorso dovremmo fare alcune considerazioni: il primo intervento è stato eseguito efficacemente? Se si fosse praticato un massaggio cardiaco e usato un defibrillatore esterno si poteva evitare la morte improvvisa? Tutto questo è mancato. Da molti anni ormai con la Società Italiana di Cardiologia stiamo adoperandoci per insegnare a volontari non sanitari le manovre di primo soccorso, ma soprattutto nell'ambito del mondo dello sport c'è ancora molto lavoro da fare. Un intervento immediato puo' risultare decisivo nei tanti casi di emergenza sanitaria collegati alla pratica sportiva a livello amatoriale oltre che professionistico. E' percio' importante creare nel nostro Paese la cultura al primo soccorso fra tutti gli operatori dello sport, dai dirigenti ai tecnici, dagli accompagnatori ai gestori delle palestre, dai massaggiatori ai custodi degli impianti senza aspettare che capitino altri casi mortali come quello di Lorenzo. Campi di calcio, piste di atletica, piscine, rings, campi da tennis, palestre, impianti sportivi di ogni genere nei quali allenatori e atleti stessi potrebbero trovarsi ad essere testimoni di un arresto cardiaco. Oltre agli atleti non è da sottovalutare la presenza di molte persone all'interno dell'impianto sportivo, alcune delle quali potrebbero essere portatrici di fattori di rischio talora sconosciuti. Gli allenatori e gli istruttori sono il personale di prima linea in questi casi, ma non sempre sono presenti perché molti centri sportivi ne hanno pochi. Coloro che devono essere addestrati al riconoscimento di un arresto cardiaco sono le persone sempre presenti, ossia allenatori e compagni di squadra. Anche se diversi centri sportivi si stanno attrezzando con defibrillatori il personale presente deve comunque essere addestrato all'uso e al primo soccorso (BLSD). Tra le responsabilità del medico sportivo e di squadra si segnalano tra le altre, quella di disporre di un adeguato training per il soccorso iniziale alle emergenze cardiovascolari da sport, in attesa dell'attivazione e dell'arrivo del 118. Costituisce, ormai, uno standard assistenziale richiesto la disponibilità sul campo, durante le gare, e in corso di allenamento, dei defibrillatori semiautomatici esterni . Per la loro facilità di utilizzo e per la sicurezza di efficacia del loro impiego, essi vanno utilizzati subito. I defibrillatori semiautomatici sono ormai ampiamente disponibili in molte realtà del mondo sportivo, professionistico, e semiprofessionistico, nazionale, regionale. In attesa dell'arrivo del 118 sono proprio i soccorritori occasionali ad effettuare, l'importantissimo atto della defibrillazione precoce, unica terapia efficace nell'interrompere aritmie maligne causa della morte improvvisa.
Attualmente è in discussione al Senato una nuova legge "Nuove Norme in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici sul territorio" nella quale, tra gli altri, sono previsti tutti gli ambienti sportivi con obbligo ad avere un defibrillatore e personale abilitato all'uso. Ci auguriamo che il Senato possa licenziare presto questa nuova legge per evitare nel futuro altri terribili episodi come quello avvenuto al giovane Lorenzo.

Dott Maurizio Santomauro
Specialista Cardiologo
Presidente Associazione
Italiana Emergenze Cardiocircolatorie (GIEC)
Dipartimento Scienze Cardiovascolari
Policlinico Federico II Napoli
tel 081 7463677
santomau@unina.it